Monday, March 10, 2008

Oltre la tela


Lucio Fontana, immagine dal web.


Molti sostengono che il digitale sia un mezzo artistico freddo, meccanico, addirittura inespressivo. Neanche lontanamente paragonabile al sapore del colore tradizionale, allo sporcarsi le mani, all'odore dei diluenti, alla carta fresca, tangibile.

Continuo a pensare che tutto questo sia sbagliato; sono affermazioni ingenue, distaccate. Non si può parlare male del digitale stando solamente dalla parte dello spettatore. Bisogna entrarvi dentro e respirare ogni pixel che compone l'opera che stiamo realizzando. Capire la passione, il dolore, la rabbia che - ammesso che siano presenti - formano il quadro digitale che abbiamo di fronte.

Io, artista digitale, sto vivendo il processo inverso. Oggi il digitale non mi basta più. Non è per freddezza o per mancanza di contenuti. E' per la libertà. La libertà di andare oltre la mia tela digitale, andare oltre i limiti del colore a video, della stampa, andare oltre le etichette che mi classificano in una o nell'altra categoria.

Nessuno storca il naso se un'opera è realizzata al computer, ma storcetelo se è il computer a realizzare e limitare l'opera.

Voglio che nella mia creatività possano coesistere digitale e tradizionale.
Allora non sono un artista digitale, non sono un pittore, non sono un fotografo, non sono un disegnatore. Sono solo quello che realizzo oggi a prescindere dal mezzo utilizzato.